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  • Presidente

Sta sfuggendo di mano?

Provo a rammendare delle idee sperando di solleticare qualche d’uno evitando di annoiare. Il momento è difficile, molto instabile, molto incerto e mai come ora la società globale è letteralmente polverizzata. Dopo la gestione della tempesta, dopo aver ripreso un pò il senso di orientamento, in questo nuovo ordine delle cose, viene voglia di pensare e scrivere. Lo faccio senza alcuna ambizione né di forma né di sintassi. Sperando di offrire qualche spunto utile diverso dalla proposta mainstream.

Sto bene, in questa condizione di surrealtà che mi costringe recluso a casa.

Lavoro. Molto di più forse. Ma senza la trappola della frenesia apparente nell’obbligo di corrispondere alle aspettative di un numero sempre più ampio persone. Una sensazione che ormai era diventata più un fattore di frustrazione che di presa in carico reale di responsabilità, con la fatica di provare a migliorare la vita delle persone.

Persone appunto. Ormai non hanno più un volto, non hanno più una consistenza, un odore, una forza. Ormai non hanno nemmeno un’espressione sul viso sempre più coperto dalle mascherine. Ce ne dovremo abituare. Ma non c’è più un sorriso, non c’è più chi alza la voce e non ci sono più le rughe che segnano i volti e suggeriscono i sentimenti e gli stati d’animo che le persone provano.

Ma tanto non serve. Il sentimento che prevale è senz’altro quello della paura. Del timore di incontrare qualche portatore sano, qualcuno li chiama gli impuri. Eppure il nostro corpo è pieno zeppo di virus e batteri vecchi e nuovi e moltissimi non danno segno della loro presenza. Vale così nella stragrande maggioranza dei casi anche per il COVID. Ma ormai c’è il timore di non avere il “pass”, la giusta causa che mi autorizza a muovermi e fare cose.

Guai! Ci sono i vigili, le videocamere, i droni e perfino i vicini diligenti che possono denunciarti perchè contravvieni all’hashtag del momento tra un “va pensiero” ed un “applauso agli eroi” affacciato sul balcone. Sarà, forse, che passeggi e ti prendi delle libertà che non tutti possono o vogliono prendere, anche solo per ritornare a casa da lavoro. Ti tirano i catini d’acqua dal terrazzo. E’ capitato.

Gli eroi. Come nel vecchio 11 settembre, allora c’erano i vigili del fuoco, oggi è il personale medico e paramedico che si prodiga per aiutare i più vulnerabili in situazioni di vera urgenza e pericolo. I santi del 2020 sì. Ne faremo senz'altro dei monumenti e saremo sempre riconoscenti a quell'infermiera che ha confortato con qualche parola quel nonno che non ha potuto neanche ricevere la visita della moglie.

Parole. Ormai le abbiamo lette tutte. Eroi. Isolamento. Economia di Guerra. Operatori di Trincea. Il Bazooka per le imprese. Paura. Le parole servono anche a costruire le idee, non solo a rappresentarle.

E’ ciò che veramente mi spaventa.

Perché è possibile che nella società ci sarà più tempo a disposizione ma ci potrà essere più povertà. Perché le persone saranno sempre più distanti e i volti sempre più nascosti. E diverranno sempre meno vere. E le parole servono a costruire le idee....

C.C.

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