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Report sull'accoglienza


REPORT STATISTICO DEL SISTEMA DELL’ACCOGLIENZA DI TRIESTE 2017

36 Paesi di provenienza, 1280 presenze totali con punte massime riferite rispettivamente a Pakistan (422), Iraq (270), Afghanistan (201), e minime ben distaccate con presenze da una a sette unità provenienti da Serbia, Kosovo, Senegal, tutte in calo nel primo semestre del 2018, 0,6 percentuale della popolazione residente a Trieste di richiedenti asilo.

Si tratta dei più rappresentativi numeri riferiti nel Report statistico de “Il sistema dell’accoglienza di Trieste al 31.12.2017” presentato in conferenza stampa dal Consorzio Italiano di Solidarietà – Ufficio Rifugiati Onlus della Fondazione diocesana Caritas di Trieste, di La Collina cooperativa sociale, di Lybra società cooperativa sociale onlus e di Duemilauno Agenzia Sociale. Emersi numerosi dati di una realtà che, malgrado attualmente sia messa sotto una particolare lente d’ingrandimento, nella Provincia di Trieste risulta essere di grande interesse per le positive ricadute sociali ed economiche sul territorio. In base alla fotografia della situazione complessiva resa nel corso dell’incontro relativamente all’età, allo status giuridico, ai percorsi d’integrazione e d‘inclusione sociale, oltreché al funzionamento e alla crescita dell’accoglienza diffusa e ai costi su cui in particolare si discute in sede regionale e nazionale, il sistema risulta produrre ricchezza economica e sociale.

“Il Sistema dell’Accoglienza diffusa – ha sottolineato Gianfranco Schiavone dell’ICS - non solo non è un’emergenza ma funziona e va rafforzato. Oggi inoltre - ha precisato - l’80 per cento delle persone sono giovani e minori rappresentando così un enorme potenziale sociale specie in una città anziana come Trieste che soffre del mancato ricambio generazionale”. Un dato meno noto è risultato inoltre essere l’aumento dei nuclei famigliari accolti con una punta massima raggiunta tra novembre e dicembre 2017 che ha registrato in particolare 93 nuclei pari a 323 soggetti.

“Un fenomeno - ha dichiarato Schiavone - dovuto al ricongiungimento famigliare o di fatto che porta a considerare l’accoglienza un obbligo da gestire secondo un sistema virtuoso che consenta alle persone di restare”.

“Per quanto riguarda i costi dell’accoglienza poi – si aggiunge - i soldi dei finanziamenti finiscono sul territorio, personale in primis, con più di 300 persone impiegate nel sistema dell’accoglienza, seguito dal mercato degli alloggi, dai negozi per il vitto dei rifugiati e dai trasporti con mezzo milione di euro l’anno speso dall’ICS. In sostanza – si precisa - soltanto i pocket money, pari a 2,50 euro giornalieri, vengono dati ai singoli e vanno spesi sul territorio”.

A far luce sui dibattuti 35 euro destinati ai rifugiati, Don Sandro della Caritas Diocesana di Trieste che, entrando nel merito della loro regolamentazione, sottolinea la derivazione della cifra da un appalto di impianto europeo che determina un accordo tra lo Stato e gli Enti che si occupano di accoglienza. “E’ per questo motivo - ha spiegato Don Sandro - che mutare la condizione di un bando di gara si rivelerebbe complicato e costoso per lo Stato”.

Un’ulteriore precisazione ha riguardato inoltre rispettivamente i rifugiati classificati nella Relazione come “Dublino” con riferimento ai richiedenti asilo e l’azione sanitaria che prevede l’iscrizione al programma sanitario regionale con tanto di tessera sanitaria.

A far emergere la questione della percezione della popolazione nei confronti dell’immigrazione quale problema, il presidente della Cooperativa Lybra, Cristiano Cozzolino che, ribadendo la concretezza, la trasparenza e la non contestabilità dei dati presentati, ha sottolineato la quotidiana compartecipazione silente dei numerosi cittadini impegnati nel sistema accoglienza.

E' possibile consultare il Report Statistico del sistema di accoglienza a Trieste sul sito dell'ICS al seguente link:

http://www.icsufficiorifugiati.org/il-sistema-dellaccoglienza-di-trieste-report-statistico-2017/

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